Mentre la critica si divide ancora tra detrattori e sostenitori, lui è andato avanti e ha fatto una rivoluzione. La sua cucina pugliese doc non si è persa dietro il chilometro zero e la stagionalità a tutti i costi e si è sposata a ingredienti e suggestioni che arrivano da lontano, dalle sue esperienze in giro per il mondo e dalla sua innata e incontenuta attrazione per l’altro e l’altrove, oltre il provincialismo e le mode correnti. Il suo ristorante sta a Monopoli ma potrebbe stare a New York pur conservando, indelebili, le sue radici e la capacità talentuosa di interpretarle in maniera contemporanea. Ogni suo piatto è un capitolo a sé, compìto e compiuto, che si lega idealmente al successivo in una narrazione che non dà tregua e non lascia spazio a malintesi. Un indirizzo imperdibile per chi non si perde dietro classificazioni e pregiudizi.