Non ingannino le scarpe rosse, l’ubiquità mediatica, la preponderanza fisica e verbale. Quando ancora le patatine non si mischiavano all’imprevedibile diventando gourmet, lui la cucina gourmet la faceva per davvero, mischiando l’imprevedibile e cavandone capolavori assoluti che meritavano il viaggio sino all’ombelico dell’Umbria. D’altra parte, chi altri aveva allora il coraggio, la perizia e la sfrontatezza di assemblare ingredienti dissonanti e alieni con la certezza matematica di colpire al palato e anche al cuore? Oggi i toni si sono un po’ ammorbiditi, ritornano certezze e pacatezza, ma al midollo della cucina di Giancarlo Vissani resistono e vincono, contro ogni critica e invidia, una tecnica ferrea, una conoscenza enciclopedica dei migliori prodotti e tradizioni gastronomiche italiane e una padronanza del gusto che ha pochi rivali al mondo.