Il rigore monastico gli si addice. A Ostuni, nella sua amata Puglia in cui è tornato dopo ricche e formative esperienze in cucine pluristellate, la geometria dei volumi e il candore degli intonaci fanno pendant con l’eleganza discreta e rarefatta dei capolavori che cesella quotidianamente per quei fortunati che si avventurano in cima a questo borgo da tutto il mondo per trovare la Puglia più autentica. Perfezionismo, pignoleria e una particolare esigenza in cucina danno, a torto, l’idea di un personaggio inaccessibile, ma la bellezza e la bontà dei suoi piatti e il suo particolare garbo nell’esporli e spiegarli diradano subito ogni nebbia e te lo fanno amare incondizionatamente. Il segreto? I frutti schietti e diretti della sua terra, che dagli orti e gli uliveti si spinge sino all’Adriatico, e una sensibilità straordinaria nell’interpretarli.